Nell’ultimo rapporto si parla anche di sfruttamento, caporalato e mancata sicurezza
Un controllo dei carabinieri tra un gruppo di braccianti agricoli nelle campagne di Anguillara
E’ stato pubblicato l’ultimo rapporo dell’Osservatorio legalità CGIL Veneto, a cura di Ilario Simonaggio responsabile dipartimento Legalità CGIL e riferito al gennaio 2023.
“Ecco una serie di 70 eventi che abbiamo selezionato del mese di gennaio 2023 riguardanti atti, azioni, processi meritevoli di attenzione sindacale e dei portatori di interesse pubblico. In premessa, il ringraziamento doveroso ai magistrati e agli uomini delle forze dell’ordine che con il loro lavoro rinforzano l’argine democratico e favoriscono la convivenza civile nei nostri territori.
“La dimensione impressionante dei casi di un solo mese – scrive Simonaggio – induce più di qualche riflessione. Temiamo che, al pari dell'inesistente modello veneto in tema di ambiente e salute, anche a proposito della legalità c'è ben poco di virtuoso. E la constatazione che questi problemi non siano un'esclusiva del nostro territorio, ma interessino tutto il Paese, non ci esime dal dovere di cercare rimedi efficaci e di metterli in pratica”.
Le notizie numerate sono raccolte con lo schema a blocchi in 7 capitoli di reati, per favorire l’immediata ricerca delle notizie che più interessano: Associazioni criminali anche di stampo mafioso; terrorismo e violenza politica; sfruttamento lavorativo; ambiente; pubblica amministrazione; droga, rilevanti evasioni fiscali. Inoltre nei titoli appare sempre il territorio veneto cui la notizia si riferisce e la fonte da cui è tratta.
In evidenza questo mese: attività delle imprese di Matteo Messina Denaro nel veronese (1.5); riapertura del caso Una Bomber (2.1); morte orribile di un operaio nella cava della Mosole spa (3.5); capannone pieno di rifiuti ad Arcade (4.1); Santa Maria di Sala 6 arresti eccellenti tra cui 2 ex sindaci per tangenti per la casa di riposo (5.10); arrestati gli hermanos per il giro di droga in tutto il nordest (6.2.); operazione della Guardia di Finanza di Padova per colossale evasione IVA su triangolazioni estere per materiale di cancelleria e toner per stampanti (7.6).
1.1. Processo ai “casalesi” di Eraclea.
L’udienza del 12 gennaio 2023 in aula bunker a Mestre (rito ordinario) ai 'casalesi di Eraclea' ha affrontato la deposizione di Tommaso Pizzo su affari legati ai miliardi di lire fuori corso, alla stamperia di euro falsi comprando le macchine a Napoli e procurandosi la carta filigranata per le banconote, allo spaccio dei marchi fuori corso della Germania dell’Est (DDR).
Pizzo, già condannato per questi episodi, non ha detto praticamente nulla, infarcendo la deposizione di “non ricordo”, nemmeno su intercettazioni ambientali e telefoniche già assunte pacificamente in altri processi. Nei fatti continua lo stillicidio di testimoni che “non ricordano”.
L’udienza ha permesso di conoscere che si punta decisamente, da parte del presidente del Collegio giudicante Stefano Manduzio, a chiudere il processo entro l’estate 2023, con un calendario serrato di udienze. Il giudice ha chiesto agli avvocati difensori di “prosciugare” l’elenco di centinaia di testi delle difese.
Alcuni imputati “minori”, accusati di “partecipazione esterna”, a partire dal 20 febbraio 2023 (sono passati 4 anni dal blitz e gli arresti) potrebbero uscire in libertà per decorrenza dei termini di carcerazione. In primavera si apre il processo di terzo grado in Cassazione per i riti abbreviati che hanno ricorso avverso alla sentenza d’appello del Tribunale di Venezia (Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 13 gennaio 2023).
Nell’udienza del 19 gennaio 2023 la testimonianza dell’ex assessore Stefano Boso, figlio di Mario, il titolare dell’Agenzia Universo che nel 2001 venne colpita da un ordigno. Boso racconta le difficoltà, ai limiti dell’ostruzione, avute con gli uffici comunali dell’Edilizia privata. “Il cambio d’uso della piscina non era praticabile perché mancavano i parcheggi, peccato che molti altri nelle nostre condizioni li prendevano in affitto”. Sono uno di quelli che ha sfiduciato il sindaco Teso, ha aggiunto (La Nuova di Venezia del 20 gennaio 2023).
1.2. Corte d’appello di Venezia conferma le condanne al clan Bolognino.
La Corte d’appello di Venezia ha confermato le sentenze del processo di primo grado (luglio 2021) del tribunale di Padova, che aveva comminato (rito ordinario) 77 anni di carcere in totale a 7 imputati.
In Appello sono state ridotte le condanne di alcuni imputati, tra cui quella di Sergio Bolognino, da 20 anni a 17 anni di carcere, Antonio Genesio Mangone, da 16 anni a 12 anni e 8 mesi, Stefano Marzano, da 8 anni a 7 anni. Intervenuto tra il PM e l’avvocato di Sergio Bolognino un concordato che ha permesso un forte sconto di pena per le inchieste in Veneto (Camaleonte) e in Emilia (Aemilia), chiudendo senza ricorsi al terzo grado di giudizio la misura della condanna (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 11 gennaio 2023).
1.3. Il nipote del boss della ‘ndrangheta gestisce i soldi della ricostruzione del terremoto emiliano del 2012. Un arresto nel veronese.
L’indagine “Sisma” della DDA di Brescia, condotta dall’Arma dei Carabinieri di Mantova, mette nel mirino i sostegni “gonfiati” per il terremoto del 2012, che interessa i comuni del cratere, in buona parte emiliani. Gli altri comuni coinvolti in Lombardia e Veneto. La cosca interessata dalla vicenda è quella dei Dragone di Cutro (KR), e il soggetto incaricato dai Comuni terremotati del mantovano di verificare la regolarità delle pratiche è l’architetto Giuseppe Todaro, nipote del boss Antonio, ucciso in un agguato mafioso nel 2004.
Secondo il Gip Andrea Gaboardi (PM Paolo Savio e Claudia Moregola), che ha disposto 9 arresti e molte perquisizioni, Todaro era il perno di un sistema di corruzione e concussione. Todaro, grazie alla posizione ricoperta, 'convinceva' le imprese ad affidare i lavori all’impresa del padre Raffaele, figura di spicco del clan Dragone. Raffaele Todaro è residente a Peschiera del Garda (VR). L’operazione ha interessato la Lombardia, L’Emilia Romagna, il Veneto e la Calabria. L’esposto denuncia che ha dato il via all’indagine è a cura della struttura commissariale per l’emergenza e la ricostruzione dei territori lombardi colpiti dal terremoto. Come oramai capita sovente, molti imprenditori edili, per paura o per convenienza, non denunciano le estorsioni. Il gip ha deciso di accusarli di corruzione. Disposti sequestri di beni per 2 milioni di euro, il giro d’affari stimato legato agli illeciti. L’ordinanza custodiale lascia intendere che ci saranno ulteriori sviluppi (L’Arena, Il Gazzettino e la Tribuna di Treviso del 11 gennaio 2023).
1.4. La Procura di Venezia chiede la confisca dei beni dei Lovacovic.
Franco e David Lovacovic, padre e figlio, risultano aver riportato condanne dal 1978 al 2021. Usando la normativa antimafia sulla sproporzione tra beni posseduti e redditi dichiarati, la Procura di Venezia - nell’udienza del 16 gennaio 2023 - ha chiesto la confisca del patrimonio dei 2 soggetti. La misura di prevenzione patrimoniale chiesta dalla Procura riguarda l’attività dei due pregiudicati residenti a Candiana e Correzzola (PD), dediti da oltre 40 anni a furti e ricettazioni.
Il decreto riguarda 3 immobili, camper, auto e motociclette. Il provvedimento è stato impugnato dalla difesa e discusso al Tribunale del Riesame, che si è riservato una decisione. Per il PM Antonia Sartori l’intero nucleo familiare sarebbe dedito a traffici illeciti, da qui le accuse di associazione a delinquere e rapina (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino del 17 gennaio 2023).
1.5. Pena di sette mesi all’ex della mala del Brenta, Giampaolo Manca, per minacce e diffamazione con un video su Facebook.
Giampaolo Manca, l’ex doge della mafia del Brenta, oggi ha 68 anni, di cui 37 passati in cella (12 in regime di 41 bis). Le sue minacce, quindi, non sono da prendere a cuor leggero. Da qui la condanna, da parte del Tribunale di Venezia lo scorso 18 gennaio, a 7 mesi di reclusione per i post su Facebook ritenuti minacciosi e dai toni diffamatori verso una donna.
La vicenda familiare molto dolorosa risale al 2020, quando Manca e la moglie accolgono nella loro casa a San Michele al Tagliamento una giovane parente e la figlia neonata. I dissidi successivi sono alla base del video postato su Facebook, costata la condanna a Manca (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 19 gennaio 2023).
1.6. In Tribunale a Venezia il via al processo per estorsione a Fabio Gianduzzo, implicato nel processo ai casalesi di Eraclea (VE).
Secondo la procura (PM Cristian Del Turco), Gianduzzo e il complice croato-goriziano Edi Biasiol erano specialisti nel 'recupero crediti'. Erano soliti prendersi, con minacce e botte, tutto il patrimonio della vittima. Il soggetto, residente tra Roncade (TV) e Eraclea (VE), è a processo per una serie di episodi tra il 2019 e il 2021, con vittime i titolari dell’impresa sandonatese Matti Group. Inchiesta fatta a Treviso per un’estorsione nel 2022 ai danni dell’amministratore e responsabile commerciale dell’azienda BTime Italia.
Biasiol è già uscito dal processo patteggiando 3 anni di reclusione. Raccontati dalle vittime pestaggi e violenze per impossessarsi di soldi e beni. L’udienza è stata aggiornata al 15 marzo 2023 per la deposizione in Tribunale a Venezia (giudice Stefano Manduzio) di altre vittime (Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 19 gennaio 2023).
1.7. Processo a Vicenza per la moglie e l’amico del boss ndranghetista Francesco Frontera, patteggiano per evasione fiscale.
I due soggetti erano al vertice di una società, la Edil Sistem srl di Lonigo (con amministratore di fatto Francesco Frontera, noto mafioso residente a Lonigo), che utilizzava fatture false per operazioni inesistenti relative all’anno 2014, 2015, 2016, in combutta con imprese calabresi ed emiliane.
Frontera è stato condannato più volte nell’ambito di maxiprocessi contro le infiltrazioni della ’ndrangheta nel nord Italia. I soggetti erano imputati (PM Chimichi) con un calabrese, già condannato per 'ndrangheta più volte per aver “importato” i metodi criminali in Veneto. I due imputati hanno scelto di patteggiare, in Tribunale a Vicenza il 30 gennaio 2023, e di chiudere rapidamente il processo (giudice Roberto Venditti) con 18 mesi di reclusione per Alexandra Dobricanovic e 22 mesi per Carlo Scarriglia, residente a Crotone. La posizione di Frontera è stata stralciata.
Tra le fatture false anche il nolo di mezzi per il cantiere della Valdastico sud, per la cui costruzione avevano operato imprese calabresi. Questo processo è una costola di una più articolata inchiesta della DIA, che portò agli arresti nel 2017 di Frontera, della moglie e di Scarriglia. Caduta l’aggravante mafiosa, in questo procedimento è rimasta in piedi “solo” l’accusa di evasione fiscale (Il Giornale di Vicenza del 31 gennaio 2023).
2.1. Il caso Unabomber riaperto con 11 indagati.
La Procura di Trieste ha indagato per il reato di attentato terroristico 11 persone, 10 di loro erano già finite nelle precedenti indagini (tra cui l’ingegnere Elvio Zornitta a lungo imputato per gli attentati, poi assolto), e un nome nuovo indicato dopo una testimonianza. Si tratta di un atto dovuto, spedito il 19 gennaio 2023 ai soggetti indagati, per l’incidente probatorio nel rispetto dei diritti di difesa degli indagati. Si cerca DNA tra i vecchi reperti dopo la riapertura decisa dal Tribunale di Trieste (Il Corriere del Veneto del 20 e 21 gennaio 2023; Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 20 gennaio 2023).
2.2. Il processo ad Angelo Ricci, carabiniere accusato di favoreggiamento al bombarolo del liceo Flaminio di Vittorio Veneto (TV).
L’udienza processuale del 23 gennaio 2023 era incentrata sull'ipotesi della Procura, secondo cui sarebbe stato il carabiniere Angelo Ricci, in servizio alla stazione di Vittorio Veneto, ad informare Stefano Milacic che era intercettato a seguito delle indagini sulla bomba piazzata nel 2018 nel liceo cittadino. Ricci, nella deposizione, dichiara: “non sapevo nemmeno che fosse indagato, non avrei mai potuto dirgli nulla riguardo ai dispositivi installati sulla sua auto”. Milacic, nella stessa udienza, scagiona Ricci, sostenendo che l’informazione del GPS l’ha avuta da un poliziotto dell’ufficio passaporti della Questura trevigiana. Il giudice Iuri De Blasi dovrà ora decidere se queste deposizioni sono credibili (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 24 gennaio 2023).
2.3. Botte al capo della Squadra Mobile Padovana Marco Calì, in Cassazione i reati sono prescritti.
La sentenza arriva dopo 8 anni dai fatti (14 novembre 2014). In quella data quattro militanti dei centri sociali aggredirono, nel corso di una manifestazione politica, l'allora capo della Mobile patavina Marco Calì (ora capo della Mobile a Milano).
L’aggressione con colpi, spinte e calci al volto durante il tentativo del sindacato di base di raggiungere la sede del Partito Democratico di via Beato Pellegrino (deviando dal percorso autorizzato dalla Questura), per protestare contro le misure del governo Renzi. Gli scontri furono particolarmente duri, con il ferimento di 5 agenti, tra i quali appunto Calì. La Cassazione conferma la veridicità delle accuse dei processi di primo e secondo grado per i 4 accusati, ma annulla le condanne dei precedenti gradi di giudizio (oltre 1 anni di carcere) per prescrizione (Il Corriere del Veneto del 28 gennaio 2023).
2.4. Scontri tra Polizia e militanti dei Centri sociali del Nordest davanti alle case Ater di Padova il 9 novembre 2022.
La Procura di Padova ha terminato, il 30 gennaio 2023, le indagini sui ripetuti scontri con la Polizia (case occupate di Via Melette, sede ATER Padova, Municipio della città) da parte di una folta delegazione di attivisti dei centri sociali di Padova e Mestre-Venezia. 18 gli indagati. Il PM Sergio Dini ha firmato un’ordinanza che ha disposto 7 misure cautelari (3 con obbligo di dimora) e 13 perquisizioni domiciliari scattate all’alba del 31 gennaio 2023 tra Padova, Treviso, Vicenza, Mestre-Venezia.
Disposto il controllo dei telefoni dei 7 militanti raggiunti dalle misure restrittive. Disposti gli interrogatori di garanzia per il 3 febbraio 2023. I reati contestati sono: resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale. La difesa invoca il diritto a manifestare per rilanciare il diritto alla casa. Nell’interrogatorio di garanzia del 3 febbraio 2023 gli indagati si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere.
Gli inquirenti hanno avviato l’analisi sui pc e sui telefoni sequestrati nel corso delle perquisizioni (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino, Il Mattino di Padova, La Nuova Venezia e la Tribuna di Treviso del 1° febbraio 2023; Il Corriere del Veneto del 1°, 2 e 4 febbraio 2023; Il Gazzettino del 3 febbraio 2023).
3.1. Processo a Fincantieri sulla paga globale con regali e favori per funzionari e dirigenti.
Si è tenuta in aula bunker a Mestre, l'11 gennaio 2023, l’udienza preliminare sull’uso della cosiddetta 'paga globale' negli appalti del colosso metalmeccanico, con al centro di questo filone la questione dei regali e dei favori per 15 dipendenti di Fincantieri spa. Nel corso dell’udienza si è saputo che la società ha licenziato due indagati, ritenendoli quelli maggiormente coinvolti, e contro di loro ha chiesto di potersi costituire parte civile e aver diritto ai danni patiti.
Novità non da poco, perché Fincantieri intende indossare i panni di parte lesa in tutta questa vicenda e si muove d’anticipo senza attendere la sentenza processuale. Ricordiamo che alla sbarra, per la Procura, c’è anche la società che, a detta degli inquirenti, “non poteva non sapere” dell’applicazione del cd “metodo Fincantieri” alle imprese d’appalto.
Nel frattempo, la società ha trasferito il direttore dello stabilimento Antonio Quintano, a Marghera da 9 anni. Ha contribuito al trasferimento sia la prassi dell’avvicendamento dei dirigenti Fincantieri (si è aperto un nuovo corso con l’uscita di scena, dopo 20 anni, dell’Amministratore delegato Giuseppe Bono), sia l’attuale indagine sulla cd “paga Globale” che vede indagati dirigenti Fincantieri, tra cui anche Quintano.
Hanno chiesto di potersi costituire parte civile la FIOM CGIL e la CGIL di Venezia, la CISL e i COBAS di Venezia, una quarantina di dipendenti sfruttati nei subappalti. Per i dipendenti, la richiesta risarcitoria parte dalla differenza economica e normativa tra il contratto e la “paga globale” (tra i 5 e i 7 euro per ora lavorata, tutto compreso). Il giudice Maria Rosa Barbieri si è riservata di comunicare, nella prossima udienza in calendario per il 15 febbraio 2023, le parti civili ammesse.
Ha deposto nell’udienza l’imprenditore Christian Sgnaolin, uomo di fiducia del boss Donadio dei 'casalesi di Eraclea', confermando le accuse della Procura ai dirigenti e funzionari di Fincantieri Spa. Sgnaolin ha raccontato una serie di episodi, in parte inediti, sul ricatto dei regali in cambio di lavoro per le imprese d’appalto. Altri particolari raccontati dal consulente del lavoro Di Corrado su come creare il 'sottoprezzo', per esempio il consiglio alle imprese bengalesi di trasferire la sede legale in Romania, per essere più competitive nelle offerte dei lavori (riduzione degli obblighi fiscali e contributivi). Le rivelazioni dei due collaboratori di Luciano Donadio puntano al giro delle false fatture prodotte per ottenere provviste di denaro contante usato per scopi illeciti.
I legali di Fincantieri sono intenzionati a provare l’insussistenza delle accuse, verso la prescrizione (che scatta dopo 7 anni e 6 mesi), mentre il reato di sfruttamento dei lavoratori ha una prescrizione molto più lunga. L’udienza prossima è stata calendarizzata per il 15 febbraio 2023.
In un altro filone processuale (primo grado, rito abbreviato), legato sempre a lavoratori sfruttati negli appalti, il 19 gennaio 2023 si sono avute 13 condanne a consulenti e impresari per 17 anni di reclusione in totale, per le cd imprese albanesi (dalla nazionalità degli indagati e lavoratori sfruttati) e la confisca di beni per quasi 2 milioni di euro a sette aziende condannate. Le pene sono state contenute in quanto aziende e soggetti dei subappalti dovevano operare alle condizioni imposte dalla società pubblica.
Infine, nel processo riguardante le false fatturazioni nel 'troncone delle ditte bengalesi', il PM Giorgio Gava, nell'udienza del 25 gennaio 2023, ha chiesto per i consulenti del lavoro, un imprenditore e un prestanome 5 condanne. (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino del 12 gennaio 2023; La Nuova di Venezia del 12 e 13 gennaio 2023; La Nuova Venezia del 18 gennaio 2023; Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 20 gennaio 2023; Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 26 gennaio 2023).
3.2. Operaio morto in cantiere edile a Montebelluna (TV). CGIL e CISL si costituiranno parte civile.
La morte è quella di Mattia Battistetti, avvenuta in un cantiere edile il 29 aprile 2021, a seguito di schiacciamento sotto un carico di 14 quintali di impalcature di metallo. In vista della prima udienza in Tribunale a Treviso, il 26 gennaio 2023, il segretario della CGIL di Treviso, Mauro Visentin ha dichiarato: “Crediamo che la sicurezza sul lavoro debba essere sottratta alla logica della tragica fatalità, per questo ci costituiremo con le categorie interessate (Fiom e Fillea CGIL), assieme alla CISL, parte civile".
La CGIL ha dato vita, nella stessa mattinata, a un presidio davanti al Tribunale per manifestare solidarietà alla famiglia della giovane vittima, ma il messaggio va aldilà del singolo caso e risponde al bisogno di aumentare prevenzione e controlli sulle condizioni nei luoghi di lavoro. Gli imputati a processo sono 6 e compariranno nell’udienza preliminare fissata per il 26 gennaio 2023.
Nell’udienza, il giallo del gancio del valore di 1 euro (difettoso o mancante di fermo di sicurezza), che doveva impedire al carico sospeso di potersi staccare. Il PM Giovanni Valmassoi ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli indagati (diventati 9, perché il PM si è opposto all’archiviazione di 3 posizioni). L’esito delle questioni preliminari sarà comunicato dal GIP nel corso della prossima udienza, in calendario per il 3 marzo 2023 (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 13 gennaio 2023; Il Gazzettino del 25 gennaio 2023; Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 26 gennaio 2023; Il Gazzettino del 27 gennaio 2023).
3.3. Venti lavoratori clandestini e in nero in due aziende a Piazzola sul Brenta (PD). I carabinieri sequestrano 2 capannoni.
Il gruppo interforze, coordinato dalla Procura Padovana (PM Sergio Dini) e diretto dai Carabinieri del Nucleo Tutela del Lavoro, assistiti dalla Polizia locale e dallo Spisal dell’Ulss 6, ha effettuato un blitz, il 12 gennaio 2023, su due immobili di due laboratori tessili (Confezioni Regina e Huashen Moda), retti da una coppia di cittadini cinesi. Trovati 20 lavoratori in nero, la maggioranza cinesi ma anche bengalesi e pachistani.
Trovate poi carenze nell'applicazione della normativa sulla sicurezza sul lavoro, e sullo stato igienico - sanitario dei luoghi, risultato insufficiente. I due sono ora chiamati a rispondere di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, intermediazione illecita e sfruttamento di manodopera (Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 17 gennaio 2023).
3.4. 3 Condanne in Cassazione per lavoratore morto folgorato in cantiere edile a Mel (BL).
Si è conclusa in Cassazione, con la condanna a 8 mesi a testa per i due impresari edili e il responsabile della sicurezza, il processo per la morte per folgorazione di Loris De Faveri nel cantiere della chiesa di Villa di Mel (BL). Il fatto, capitato sul ponteggio, è del settembre 2014. La Cassazione ha confermato le decisioni dei livelli di primo e secondo grado per omicidio colposo: “spettava alle imprese individuare le aree a rischio e delimitarle a garanzia dei lavoratori” (La Tribuna di Treviso del 17 gennaio 2023).
3.5. La cava di Lovadina (TV) della Mosole Spa, causa di un’orribile morte sul lavoro.
Il giovane lavoratore Andrei P. di origine moldava, è stato travolto dalla ghiaia nella cava alle Bandie di Remo Mosole. Il lavoratore è stato ritrovato solo quando l’impianto è stato svuotato. L’autopsia dovrà stabilire, oltre alle cause, quanto tempo è trascorso tra la morte e il ritrovamento del povero lavoratore.
La Procura iscriverà nel registro degli indagati i vertici dell’azienda (Remo Mosole, i 2 figli e i 2 nipoti) e il responsabile della sicurezza. L’scrizione è un atto dovuto per la garanzia del diritto alla difesa degli indagati. Disposti i sigilli alla cava (sequestro del nastro trasportatore) dalle autorità, per accertare la dinamica della morte sul lavoro.
La Mosole spa ha impedito il sopralluogo alle organizzazioni sindacali, che parlano di settore in espansione ma con macchinari obsoleti e l’intera dinamica poco chiara. Remo Mosole si difende: “non abbiamo colpe, un collega lo aveva richiamato tempo fa perché si avvicinava troppo alle bocchette; Andrei doveva sorvegliare l’impianto estrattivo senza intervenire, forse è scivolato, ma in nessun caso doveva stare lì”. Le organizzazioni sindacali hanno disposto un sit in di protesta, il 20 gennaio 2023, per il mancato incontro con i vertici dell’azienda e la visita ispettiva negata nel cantiere dopo la tragedia (Il Gazzettino del 18,19, 20 gennaio 2023; La Tribuna di Treviso del 18, 19, 20 gennaio 2023).
3.6. Lavoratori in nero in pizzeria a Thiene (VI), scattano sanzioni e la chiusura.
L’operazione, messa a segno dalla Guardia di Finanza, ha scovato nella pizzeria Doppio Malto di Thiene 6 lavoratori in nero su 19. Disposte sanzioni per 26.600 euro e la chiusura del locale per il supero del 10% di manodopera fuori regola. I titolari della pizzeria hanno subito pagato la multa e regolarizzato il personale per non interrompere la continuità aziendale (Il Giornale di Vicenza del 24 gennaio 2023).
3.7. Morto sotto la balla di fieno, il titolare patteggia in Tribunale a Venezia.
L'autotrasportatore Romeo Bortolotto è morto il 14 ottobre 2021 sotto una balla di fieno, nell’impresa di Sergio Beggiato, esercente attività di deposito di foraggi. La pila di 8 rotoballe di fieno è scesa, 3 di esse hanno colpito l’autotrasportatore. La relazione dello SPISAL ha rilevato numerose infrazioni nel capannone relative alla mancata sicurezza sul lavoro. Il PM Antonia Sartori della Procura di Venezia ha acconsentito di patteggiare 1 anno e 2 mesi per omicidio colposo. In separata sede, in precedenza, la liquidazione del risarcimento ai familiari della vittima (Il Corriere del Veneto del 26 gennaio 2023).
3.8. Fuggi fuggi di decine di lavoratori di azienda avicola Pasubio a Villaverla (VI).
La Guardia di Finanza è intervenuta, avvisata dal sindaco e su richiesta dei Carabinieri della locale stazione vicentina, in un'impresa agricola dedita all’allevamento del pollame. Si tratta di 25 persone che sono scappate di corsa alla visita dei Carabinieri. Il sindaco le ha viste nascoste sul greto del torrente e non ci ha messo molto a comprendere che quelli erano lavoratori africani, (indossavano tute e stivali) dell’azienda agricola di via Einaudi. Sanzioni e accertamento delle posizioni di lavoratori irregolari (senza documenti di soggiorno e contratti di lavoro) al vaglio della Guardia di Finanza (Il Giornale di Vicenza del 31 gennaio 2023).
4.1. Capannone riempito di rifiuti ad Arcade (TV).
Un faccendiere di Giavera del Montello, già implicato in altre truffe per le quali si trova a processo, ha proposto a un imprenditore, che aveva messo in vendita nel 2020 un capannone ad Arcade, un affare da centinaia di migliaia di euro. Il capannone non andava venduto ma si doveva creare una società dedita al riciclo (ovatta per l’edilizia) degli scarti delle industrie tessili.
In realtà si trattava di un raggiro, pianificato con il diversivo del versamento di una caparra (assegni post datati tra marzo e agosto 2021) da 15.000 euro come primo acconto per la costituzione societaria. Il faccendiere ha fatto scaricare tra i 40 e 50 bilici di scarti, tra cui anche materassi e materiale coibentato. Quando il proprietario del capannone intuisce la truffa (il faccendiere si rende irreperibile), si reca dai Carabinieri per la denuncia. Il capannone è pieno di rifiuti (La Tribuna di Treviso del 11 gennaio 2023).
4.2. Scaricate a Paese (TV) 100 tonnellate di rifiuti della cartotecnica Zanatta.
I rifiuti sono stati abbandonati nell’area ex Simmel di Paese, senza che si conosca ancora il nome dei responsabili del furto dei cassoni scarrabili a Paderno, usati per il trasporto e lo scarico dei rifiuti dalla Cartotecnica Zanatta di Ponzano (TV). L’area di Castagnole di Paese, destinata a una grande operazione immobiliare, si è così trasformata in una discarica a cielo aperto.
La stessa partita di rifiuti rubati (contenenti solventi organoclorurati) sarebbe stata scaricata anche in via Fermi, nel medesimo Comune della Marca. Individuati i responsabili dei rifiuti abbondonati nei campi e denunciati i ladri dei cassoni grazie al lavoro dei Carabinieri di Montebelluna. Nei guai i 2 soggetti, tra cui il proprietario del capannone in cui i Carabinieri hanno ritrovato la merce rubata (Il Gazzettino del 16 gennaio 2023; La Tribuna di Treviso del 11 e 16 gennaio 2023; Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 19 gennaio 2023; la Tribuna di Treviso del 25 gennaio 2023).
4.3. Processo per i PFAS in Corte d’Assise a Vicenza.
Nell’udienza del 12 gennaio 2023 è proseguita la deposizione di Giuseppe Filauro (responsabile del team di geologi di ERM, la società incaricata dalla Miteni Spa di studiare le possibili contaminazioni delle acque sotto gli stabilimenti di Trissino), con il controinterrogatorio del PM e degli avvocati delle parti civili.
Nel 2008, i tecnici consulenti ERM informavano i vertici di MITENI e MITSUBISHI Corporation che nella falda acquifera sotto gli stabilimenti la concentrazione di sali perfluorurati (DPFO) era di cento volte superiore rispetto alla soglia minima fissata negli USA (vicenda Dupont). ERM ha intrattenuto rapporti diretti e costanti con MITSUBISHI nelle persone di Hosada, Kobayashi e Ito, manager della società giapponese. Le interlocuzioni hanno riguardato sia aspetti economici che tecnici. Ciò fa dichiarare agli avvocati delle parti civili che Mitsubishi era perfettamente a conoscenza della situazione di inquinamento del sito trissinese.
L’udienza del 19 gennaio 2023 ha visto la deposizione di Eugenia Dogliotti, ex direttore del dipartimento Ambiente e salute dell’Istituto Superiore di Sanità. Ricostruita la responsabilità di Miteni Spa, che non comunicò agli enti competenti, tra cui le società idriche del territorio, il rischio ambientale.
Confermato che, prima del 2013, i PFAS erano sostanze che nessuno studiava in Italia, ISS compreso. Il riferimento era il caso scuola della Dupont negli Usa, ma solo nel 2018 si è applicato il principio di precauzione fissando dei limiti allo scarico. Nel 2008 la Miteni trasmise all’ISS lo studio sull'esposizione realizzato per il Governo tedesco, connesso alla salute dei lavoratori e alle questioni ambientali. Questo conferma che ISS non era affatto all’oscuro di quanto prodotto nel sito trissinese.
L’udienza del 26 gennaio 2023 ha visto la deposizione degli esperti regionali, tra loro il responsabile del Registro veneto tumori, Massimo Rugge, e di Paola Facchin del servizio epidemiologico regionale. La Facchin responsabile del registro nascite del Veneto ha illustrato uno studio su 20.000 donne che parla di incremento del diabete materno e di altre complicazioni sanitarie (preeclampsia, malformazioni del sistema nervoso) nei soggetti residenti in area rossa, soprattutto donne incinte e neonati (Il Giornale di Vicenza del 13, 15 e 20 gennaio 2023; L’Arena del 26 gennaio 2023; Il Giornale di Vicenza del 27 gennaio 2023).
4.4. Sequestrate due tonnellate di alimenti non tracciabili a Piove di Sacco (PD).
La Guardia di Finanza di Padova ha fermato, per un controllo, un furgone straniero che percorreva la statale Piovese SS516, sprovvisto di cella frigorifera, con al volante un cittadino rumeno. All’interno, borsoni con alimenti animali per un valore commerciale di 20.000 euro. Le cattive condizioni del trasporto hanno fatto optare per il sequestro e la distruzione della merce e una sanzione amministrativa di 4.500 euro (Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 17 gennaio 2023).
4.5. Discarica sequestrata sui Colli Berici con quintali di rifiuti.
Il blitz della Guardia di Finanza di Vicenza ha permesso di scovare una discarica abbandonata nel Comune di Barbarano - Mossano, con parecchi quintali di rifiuti. Sequestrati pneumatici, plastiche, vetri, rottami ferrosi, scarti edilizi, parti di mobili.
Il proprietario dell’area ha sostenuto di non sapere nulla degli scarichi selvaggi, benché questi episodi fossero avvenuti in fasi successive, visto che sui primi erano cresciuti molti rovi. Sequestrata l’area di 400 metri quadrati e firmata l’ordinanza comunale per la pulizia e il corretto smaltimento dei cumuli di immondizia a cura del proprietario (Il Giornale di Vicenza del 17 gennaio 2023).
4.6. Pesca illegale e bracconaggio nel delta del Po.
Polizia e Carabinieri, in 2 azioni distinte, hanno sequestrato 200 chili di carpe non tracciabili e denunciato 6 cacciatori di frodo. Nel primo caso: pescatori a bordo di 2 barche fuorilegge sono stati fermati da agenti del Commissariato di Porto Tolle (RO). Soggetti senza patente nautica, senza attestazioni sui motori fuoribordo, senza strumentazioni antincendio e mezzi di salvataggio individuali o di gruppo. Una barca non aveva neppure la licenza di navigabilità.
I mezzi appartenevano a una cooperativa di pescatori sanzionata con 200 euro per aver consentito la partenza delle barche sprovviste della documentazione di bordo. Ai due pescatori sanzione amministrativa di 1.100 euro. Inoltre, il personale veterinario dell’Ulss 5, dopo il controllo del pescato trovato non conforme alle norme UE per la sicurezza alimentare, ha disposto il sequestro del prodotto ittico e una sanzione da 1.500 euro.
Nel secondo caso di controllo antibracconaggio, denunciati 6 cacciatori dai carabinieri forestali perché trovati con: capi di selvaggina abbattuti e richiami acustici con amplificatori e batterie. Tutto il materiale è stato sequestrato, compresi animali e fucili. Denunciati i 6 cacciatori bracconieri (Il Corriere del Veneto del 22 gennaio 2023).
4.7. Abbandonati nella collina vicentina 4 quintali di rifiuti inerti.
Scoperti in Via Terrossa a Isola Vicentina i resti di demolizioni edili abbandonati al limitare del bosco. Si tratta di calcinacci, pezzi di mattonelle, un armadio: con tutta probabilità i resti di demolizione e ristrutturazione di abitazione. Gli agenti di Polizia locale stanno indagando sulla vicenda per risalire al responsabile dell’abbandono (Il Giornale di Vicenza del 24 gennaio 2023).
4.8. Scarichi abusivi di immondizie lungo la bretella di Abano Terme (PD).
Continua il via vai notturno di furgoni che abbandonano materiali da cantiere lungo la bretella Boston, tra Padova e Abano Terme. Nell’area, nelle vicinanze di un’area di sosta, una grossa quantità di scarti edili tra cui sanitari in disuso, accessori dismessi e qualche lastra di eternit. Si richiede, oltre alla rimozione, l’installazione di una sbarra che impedisca tale pratica (Il Gazzettino del 25 gennaio 2023).
4.9. Canale dei petroli a Porto Marghera (VE), arriva l’esposto sul bando del Porto per laguna a rischio.
Le associazioni ambientaliste di Venezia sono contrarie al marginamento di 7 chilometri voluto dall’Autorità portuale, per i possibili danni ambientali. I lavori da 19 milioni di euro sono finanziati dal PNRR. Nell’esposto, inviato al Ministero dell'Ambiente, ai NOE dei Carabinieri e alla Commissione Europea si sostiene che la manutenzione del canale e la conservazione delle aree di bordo, nel tratto tra curva San Leonardo e Fusina del 'canale dei petroli', finalizzato a contenere i danni da erosione, sia nei fatti un palese attacco alla salvaguardia della laguna di Venezia (La Nuova di Venezia del 24 e 26 gennaio 2023).
5.1 Esposti penali per morti da COVID 19 in Veneto, tutti archiviati.
Gli esposti denuncia dei familiari delle vittime di COVID 19 negli anni 2020-2021 erano stati presentati per motivi e in tempi diversi, ma erano tutti accomunati dall’accusa di mancata zona rossa in Veneto, numeri reali dei posti letto delle terapie intensive, efficacia dei tamponi rapidi, rilevante numero di morti, soprattutto nella seconda ondata nelle RSA e Case di Riposo.
L’accusa verso la dirigenza pubblica regionale era di negligenza colpevole, per non aver adottato tutte le misure possibili per limitare i contagi soprattutto tra le persone più fragili, tra cui gli anziani delle Case di Riposo. Le sette procure del Veneto li hanno raccolti, classificati ed esaminati ed hanno optato per l’archiviazione in quanto è stato impossibile ricostruire, per ogni decesso, un nesso tra causa ed effetto, e quindi attribuire la colpa (condotta illecita) di ogni morte a una precisa soggettiva responsabilità.
L’unica vicenda penale che resta in piedi interessa la Procura di Padova: è l’indagine a carico del dottor Rigoli per falso ideologico e turbata libertà di scelta del contraente per la fornitura dei tamponi rapidi, e depistaggio (Il Corriere del Veneto del 11 gennaio 2023).
5.2 La Procura di Padova chiede il processo per l’appalto dei servizi di ristorazione della Regione Veneto.
L’udienza del 12 gennaio 2023 (PM Silvia Golin) a Padova ha visto la richiesta del rinvio a giudizio per 8 indagati, per la gara di Azienda Zero per i servizi di ristorazione ospedaliera della Regione Veneto. Indagati per turbativa d’asta, tra gli altri, i vertici della sanità regionale (Domenico Mantoan, Patrizia Simionato) e Mario Putin, il presidente di Serenissima Ristorazione Spa.
L’indagine, svolta a cavallo tra il 2019 e il 2020 riguarda le presunte irregolarità nella gara da 110 Milioni di euro, suddivisa in sei lotti (per altro già oggetto di intervento ANAC e sentenza del Consiglio di Stato), e un contributo di 20.000 euro erogati dalla Regione a una Fondazione per il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità. L’udienza preliminare del 1° febbraio 2023 davanti al GIP consentirà ad ognuna delle parti di chiarire le rispettive posizioni.
La novità è la richiesta di costituzione di parte civile della Regione Veneto e di Azienda Zero, benchè nel processo al TAR Veneto (giustizia amministrativa) erano “alleate” nel sostenere la regolarità dell’assegnazione dei 6 lotti di gara. Nell’udienza del 1° febbraio il GUP Claudio Marassi ha deciso il processo per i 5 imputati, che devono rispondere di turbativa d’asta e falso ideologico. Sono passati sei anni dall’emanazione del bando di gara e la parola finale su questa vicenda pare assai lontana.
L’altro filone, riguardante i 20.000 euro da assegnare alla 'Fondazione scuola formazione di sanità pubblica' vede imputata la direttrice della Fondazione, Domenico Mantoan ex segretario generale della sanità del Veneto e la direttrice generale di Azienda Zero Patrizia Simionato, è stata stralciata fissando per i 3 indagati una nuova udienza preliminare il 20 marzo 2023 (Il Corriere del Veneto del 13 gennaio 2023; Il Mattino di Padova del 14 gennaio 2023; Il Gazzettino del 27 gennaio 2023; Il Corriere del Veneto e Il Mattino di Padova del 2 febbraio 2023).
5.3 Truffe COVID in tutta Italia con base in Polesine.
La banda offriva a imprenditori in crisi macchine per produrre mascherine: presi gli anticipi, consegne difettose o assenti. La truffa poggiava sull’uso strumentale di un'azienda di Occhiobello (RO): la società Lavorazioni Meccaniche Occhiobello Srl, considerata la base ottimale per dare vita al meccanismo truffaldino. I reati contestati dalla Procura di Rovigo alla banda sono: associazione per delinquere, bancarotta, autoriciclaggio, truffa ed esercizio abusivo dell’attività bancaria. Disposti tre arresti, di cui 1 in carcere, e il sequestro di beni per 1,8 milioni di euro (Il Corriere del Veneto del 14 gennaio 2023).
5.4 Patenti facili a Verona, sgominata banda, 8 denunce.
La banda provvedeva a far ottenere in modo facilitato la patente a persone straniere (soprattutto indiani e pachistani) con poca conoscenza della lingua italiana e del codice della strada. I candidati venivano teleguidati con microcamere e auricolari durante la prova scritta. La tariffa di 3.000 euro per il 'servizio' era pagata metà in anticipo e il saldo a prova superata. Al vertice della banda un pachistano residente nel vicentino, che promuoveva questo servizio a pagamento in tutto il nord e il centro Italia.
Il capo della banda si avvaleva di una folta rete di procacciatori d’affari e di clienti. Tutto è filato liscio per 4 o 5 anni, sino a che, nel maggio 2022, un candidato troppo nervoso è stato scoperto e ha raccontato alla polizia locale di Verona la situazione. Le successive indagini hanno permesso di scoprire la banda, compreso il pachistano “invisibile” gestore del giro di patenti facili. Sono al vaglio per ora 40 posizioni di candidati cui potrebbe essere annullata la patente di guida ottenuta indebitamente (L’Arena del 6 e 7 gennaio 2023).
5.5 Patenti latenti a Verona, la Finanza denuncia 12 persone.
Le patenti erano ottenute con il trucco del doppio volto da una rete criminale che si estendeva in tutto il nord Italia. Ci sono voluti un anno di indagini e pedinamenti della Guardia di Finanza di Verona per sgominare la banda dell’operazione “patenti latenti”. Il trucco si basava su prestanome che si presentavano all’esame con i dati anagrafici dei candidati e la propria foto. Poi bastavano tra i 5.000 e gli 8.000 euro e una denuncia di smarrimento per ottenere un duplicato della patente ineccepibile.
A capo della banda due cittadini indiani residenti a Verona e a Modena, con clienti in tante città italiane. I reati segnalati alla Procura di Verona dalla Guardia di Finanza sono: truffa nei confronti di un ente pubblico; falso materiale; falso ideologico e sostituzione di persona (L’Arena e il Giornale di Vicenza del 12 gennaio 2023).
5.6 Massimo Montisci condannato in Tribunale a Padova per la perizia “addomesticata” sulla morte di Cesare Tiveron.
Il Tribunale di Padova ha emesso, il 18 gennaio 2023, l’attesa sentenza sulla vicenda dell’auto blù della Regione Veneto con a bordo il segretario generale della sanità Domenico Mantoan (ora a capo di Agenas).
Due anni di udienze, fiumi di perizie e controperizie per arrivare a dimostrare la morte di Tiveron, il 13 settembre 2016, fu il risultato dello scontro (causato dall'inversione a U, vietata, davanti allo IOV dell’auto della Regione) e non un infarto. Il giudice Mariella Fino (PM Sergio Dini) ha condannato per favoreggiamento Massimo Montisci, già direttore dell’Istituto di Medicina Legale di Padova, a 2 anni di carcere (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 19 gennaio 2023).
5.7 Anac dà il via libera al dissequestro del cantiere dello Stadio Euganeo a Padova.
L’Autorità anticorruzione (ANAC) decide, con delibera del 11 gennaio 2023, che non c’è la necessità di commissariare l’appalto della costruzione della curva sud dello stadio Euganeo a Padova. Questo consente al Comune di Padova, dopo la risoluzione contrattuale con la Esteel di Viterbo, di presentare richiesta di dissequestro del cantiere alla Procura patavina, e la ripartenza dei lavori.
La comunicazione sulla inadeguatezza della ditta vincitrice dell’appalto apre il nuovo scenario, che prevede: nessun commissariamento dell’opera; impossibilità di subappalti; il dissequestro del cantiere avvenuto con comunicazione della Procura il 1° febbraio 2023; la perizia sullo stato avanzamento lavori (SAL) e un nuovo bando di gara (Il Mattino di Padova del 18 gennaio 2023; Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e il Mattino di Padova del 20 gennaio 2023; Il Corriere del Veneto del 28 gennaio 2023; Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e Il Mattino d Padova del 2 febbraio 2023).
5.8 Crac Padova Tre, il PM in tribunale a Padova chiede la condanna dei vertici dell’azienda pubblica.
Nel processo in corso a Rovigo (competenza territoriale) ai vertici della multiutility Padova Tre di Este (PD) e della cooperativa Ecofficina (poi EDECO) c'è stata, nell’udienza del 19 gennaio 2023, la richiesta del PM Andrea Bigiarini di condanna dei vertici societari (Simone Borile e Stefano Chinaglia). I presunti reati: falso documentale, peculato, frode, false fatture, falso in bilancio. Padova Tre è fallita nel 2017, con un crac di 30 milioni di euro.
La Procura, per i 2 soggetti al vertice societario, chiede 4 anni e 8 mesi di reclusione, oltre alla confisca di beni per 2,12 MLN di euro. Resta in piedi, tra numerose prescrizioni, il solo reato di peculato a carico di Borile e Chinaglia. Le parti civili (curatela di Padova Tre e Padova sud) hanno chiesto rispettivamente 1 milione di euro di provvisionale la prima, e 500.000 euro per danni di immagine e 670.000 euro di danni patrimoniali la seconda. Il processo per bancarotta è in corso a Rovigo e la sentenza è attesa per il 16 febbraio 2023 (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 20 gennaio 2023).
5.9 Rinviato a giudizio per truffa continuata ai danni dello Stato dipendente della Prefettura di Vicenza.
Il soggetto, funzionario amministrativo della Prefettura, passava a timbrare il cartellino e poi simulava la presenza in ufficio, ma nei fatti usciva per la città. Per non meno di 50 giorni di lavoro, tra il dicembre 2019 e il giugno 2021, i piedi li metteva in ufficio solo per timbrare. Questa l'accusa. Il nucleo PEF della Guardia di Finanza ha svolto le indagini e la Procura vicentina (PM Jacopo Augusto Corno) ha chiesto il rinvio a giudizio per truffa continuata ai danni dello Stato (Il Giornale di Vicenza del 13 gennaio 2023).
5.10. Presunte tangenti per la casa di riposo a Santa Maria di sala (VE), disposti 6 arresti di politici e imprenditori salesi.
I soggetti, sodali tra loro, pretendessero - secondo l'accusa - mazzette tra il 10 e il 15% del valore dell’affare. I nomi degli indagati sono tutto di rilievo: i due ex sindaci di Santa Maria di Sala, Nicola Fragomeni e Ugo Zamengo; il capo ufficio tecnico del Comune, Carlo Pajaro; l’architetto Marcello Carraro; il direttore generale della clinica Villa Maria di Padova, Battista Camporese; Mauro Cazzaro, presidente della Cazzaro Costruzioni srl. C’è pure un filone di indagini sulle mascherine (DPI) ai tempi dell’emergenza COVID 19 (marzo 2020). Indagato anche il direttore generale di Veritas, Andrea Giovanni Razzini.
Dalle accuse della Procura di Venezia (operazione Black Delta), risulta che pagare la tangente in questo comune fosse da anni l’unico modo per superare gli ostacoli burocratici. Il sistema è stato smascherato nel 2019, grazie alla coraggiosa denuncia di un architetto veneziano, che ha deciso di denunciare la presunta richiesta illecita del sindaco e dei sodali, ai Carabinieri. Il sindaco del tempo, Fragomeni, ora è presidente del Consiglio Comunale e coordinatore veneziano del partito Coraggio Italia.
Due fatti danno molto da pensare a proposito delle annunciate riforme sulla giustizia: il primo, senza intercettazioni e l’uso di un “trojan” questa indagine non esisterebbe; la seconda, data la rilevante scarsità di magistrati della Procura di Venezia, l’assegnazione del fascicolo avviene molti mesi dopo l’invio della comunicazione del reato.
I due ex sindaci, Nicola Fragomeni e Ugo Zamengo, negano ogni accusa, sostenendo che non hanno mai preso un euro. La rilevante documentazione sequestrata agli indagati, dopo gli arresti, fa ritenere alla Procura di Venezia che ci sia molto lavoro da svolgere a vari livelli. Il PM ha depositato un faldone su presunte irregolarità relative ai buoni COVID. Sul geometra del comune indagato, anche l’ombra del concorso truccato in Comune.
L’imprenditore Mauro Cazzaro si dichiara estraneo alla vicenda. Gli indagati si avvalgono della facoltà di non rispondere negli interrogatori di garanzia. Partono nel frattempo, come solitamente succede in questi casi, i distinguo e le prese di distanza rispetto alla vicenda da parte di esponenti politici, amministratori, soci della Fragomeni Group. che si dichiarano del tutto estranei alle condotte dell’ex sindaco, amministratore unico della società.
La CGIL ritiene che sarebbe bene, per il sistema paese, che il ministro della Giustizia si occupi del buon funzionamento della giustizia, aumentandone gli organici in luogo di occuparsi del sistema delle intercettazioni. (Il Corriere del Veneto del 24, 25 26, 27, 28 e 29 gennaio 2023; La Nuova Venezia del 24, 25, 26, 27, 28, 30 gennaio 2023; Il Gazzettino del 24, 25, 26, 27, 30 gennaio 2023; Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 2 febbraio 2023; La Nuova Venezia del 6 febbraio 2023).
5.11. Gruppo Zero di Nervesa della Battaglia (TV) messo in liquidazione.
Casa Zero, l’inchiesta si allarga, con la Procura che ipotizza responsabilità penali anche a carico di altri collaboratori dell’azienda, compresi professionisti dell’edilizia. Sono tuttora congelati gli 8,2 Milioni di euro messi sotto sequestro dalla Procura, in attesa della decisione della Cassazione dopo il ricorso della società.
Il Comitato dei clienti di Casa Zero si è rivolto, con un appello, ai politici locali di Fratelli d’Italia, al ministro Nordio, al viceministro Vannia Gava, a Tommaso Toti, per ottenere risposte sulla truffa patita. Il Tribunale di Treviso (giudice Bruno Casciarri) il 25 gennaio spegne ogni speranza, decidendo la procedura di liquidazione giudiziale della società, nominando curatore fallimentare il dottor Danilo Porrazzo. Lo stesso professionista era stato nominato commissario, nel tentativo di salvare la continuità aziendale, circostanza non praticabile. L’udienza per la definizione del debito è fissata per il 20 giugno 2023. Entro il 20 maggio prossimo deposito delle domande di insinuazione al passivo, ma sin d’ora è evidente che siamo in presenza di un debito assai importante (Il Gazzettino del 20, 25 e 26 gennaio 2023; Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 27 gennaio 2023).
5.12. Dirigente del Comune di Lazise (VR) a processo per un’assunzione.
Il dipendente pubblico, capo della commissione d’esame, è accusato di abuso d’ufficio per aver partecipato alla commissione di concorso nonostante avesse una relazione “intima” con una concorrente a un posto di lavoro in Comune (concorso per 2 posti di istruttori a tempo indeterminato nell’area servizi alle persone e all’edilizia privata).
L’udienza del 18 gennaio 2023 in Tribunale a Verona (GUP Luciano Gorra, PM Elvira Vittulli) è stata rinviata tra alcune settimane. L’accusa di “interesse proprio” è legata a questo rapporto di intimità. La donna, vincitrice del concorso bandito nel 2020, è stata assunta il 21 marzo 2021, ma ha lasciato nel frattempo il posto in comune.
Il dirigente è altresì implicato in un’altra vicenda di truffa (indagine dei Carabinieri di Lazise), perché si sarebbe allontanato dal Comune una quarantina di volte tra gennaio e marzo 2021, senza timbrare il cartellino, per incontrare un’amica sul lungolago. Il processo in questo secondo caso finirà a maggio 2023 (L’Arena del 19 gennaio 2023).
5.13. A Malcesine (VR) indagati il sindaco e il capo della polizia locale per turbativa degli appalti.
L’udienza preliminare del 18 gennaio 2023 in Tribunale a Verona, riguardante il sindaco di Malcesine e il capo della polizia locale accusati dalla Procura di aver truccato un paio di gare per appalti legati al piano degli interventi del Comune dell’Alto Lago, tra il 2020 e il 2022, e alla realizzazione di una rotatoria, è stata rinviata.
I reati contestati sono abuso d’ufficio e falso pubblico. Il GUP, Carola Musio, ha disposto il rinvio del processo alla fine di marzo 2023 per la decisione processuale. Nell’udienza del 12 ottobre 2022 la difesa aveva chiesto il patteggiamento. Nell’udienza di marzo quindi: o chiusura del processo con il patteggiamento il processo o rinvio a giudizio (L’Arena del 19 gennaio 2023).
5.14. La truffa all’INPS a Vicenza per finte assunzioni e finti licenziamenti.
Il referente locale a Montecchio Maggiore (VI) del Centro Assistenza Fiscale (CAF) ACAI, Rodolfo Saggiorato, dal 2015 avrebbe escogitato un meccanismo fraudolento ai danni dell’INPS. Il raggiro consisteva in assunzioni farlocche di collaboratori domestici, che si concludevano con altrettanti licenziamenti falsi, al solo fine di guadagnare l’indennità di disoccupazione dell’INPS.
Il PM Claudia Brunino della Procura di Vicenza, al termine delle indagini, aveva chiesto ed ottenuto il rinvio a giudizio per 11 persone (il Saggiorato + 10 beneficiari accertati della truffa). Un imputato aveva già scelto il patteggiamento. Nell’udienza del 19 gennaio 2023 per il reato di truffa o tentata truffa ai danni dello Stato i soggetti sono tutti stati condannati a varie pene e sanzioni. La più grave a Saggiorato con 2 anni di reclusione e la confisca di 19.500 euro (Il Giornale di Vicenza del 20 gennaio 2023).
5.15. I vertici dell’Agenzia delle entrate di Venezia condannati a risarcire 5 milioni di euro.
La Corte dei Conti del Veneto condanna l’ex direttore provinciale dell’agenzia delle Entrate di Venezia, Elio Borrelli, e un dirigente dello stesso servizio, Massimo Esposito, a risarcire 5 milioni di euro per le cosiddette 'aggiustatine' delle sanzioni fiscali alle imprese del territorio (pagamento di tangenti per ridurre le imposte). In tale modo, le imprese ottenevano forti sconti con rilevante danno all’erario.
I due avevano patteggiato 2 anni di reclusione in sede penale. L’inchiesta, nata ai margini dell’inchiesta sul MOSE (PM Stefano Ancilotto e Stefano Buccini), aveva portato a 17 arresti nel giugno 2017. Ora la sentenza della Corte dei Conti, tra mancati introiti e danno d’immagine, commina questa cifra di danno erariale da liquidare all’Agenzia delle entrate (Il Corriere del Veneto e Il Gazzettino del 25 gennaio 2023).
5.16. La “mancia” dei 2 necrofori all’ospedale al Dolo (VE), condannata dai giudici in Tribunale a Venezia.
Uno dei più noti impresari funebri del territorio aveva deposto un esposto denuncia per la pretesa dei 2 necrofori di avere una 'mancia' di 50 euro per ogni vestizione di salma. Il problema non era solo l’assurdità della pretesa (estorsione), ma il fatto denunciato che, in caso di mancato pagamento, la salma veniva “trattata male” in vari modi.
La risposta sdegnata della direzione dell’ospedale non ha impedito alla Procura (PM Roberto Terzo) di svolgere le indagini di rito. In Tribunale a Venezia, il 26 gennaio 2023, il GUP Alberto Scaramuzza ha ritenuto che non ci fossero costrizioni a pagare, ma che il reato andasse riqualificato: induzione indebita. I 2 necrofori sono stati condannati a 1 anno e 9 mesi di reclusione. L’impresa danneggiata è stata risarcita con una provvisionale di 6.000 euro (Il Corriere del Veneto del 27 gennaio 2023).
5.17. L’ex luogotenente dei Carabinieri Franco Cappadona prosciolto per il Centro Congressi di Padova.
Il potente ex capo della Polizia giudiziaria, aggregato per 25 anni alla Procura di Padova, attualmente in carcere per scontare varie condanne, è stato processato con 2 udienze in Tribunale a Padova, terminate il 31 gennaio 2023, relative alle “pressioni” per l’appalto per la costruzione del centro congressi di Padova.
Non si avrà una terza condanna, perché il reato contestato è stato riqualificato in turbativa d’asta e, dato il lungo tempo trascorso, è caduto in prescrizione. Il PM Silvia Golin aveva sollecitato, nell’udienza del 24 gennaio 2023, la condanna a 4 anni per concussione. Cappadona aveva chiesto a 2 componenti della commissione d’esame della gara (Tiziano Pinato, ex dirigente della Regione Veneto e capo del Genio Civile di Padova, e Giuseppe Olivi, ex direttore amministrativo ARPAV) di favorire un competitore amico rispetto alle altre offerte. I due dirigenti regionali, davanti al GUP, hanno ammesso sia le pressioni, sia la paura nei confronti di Cappadona, uomo potente e capace di ritorsioni (Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 25 gennaio 2023; Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e il Mattino di Padova del 1 febbraio 2023).
5.18. Il sindaco di Pontelongo (PD) trova in parcheggio comunale l’auto con tutte e 4 le gomme tagliate.
Alla fine del Consiglio Comunale del 25 gennaio 2023, il sindaco del comune del Piovese, Roberto Franco, trova l’amara sorpresa delle gomme della propria auto tagliate. Ignoto l’autore, anche se le indagini dei Carabinieri sono rivolte all’attività amministrativa del Comune. Nel novero delle ipotesi al vaglio degli inquirenti le scelte fatte.
Nello specifico, le richieste di un servizio negate a qualcuno perché non ne aveva diritto o perché c’era qualcun altro che ne aveva maggiore diritto. Di certo, l’esecutore del gesto conosceva bene l’auto del sindaco, l’unica colpita nel parcheggio. Il sindaco, per altro non nuovo a subire intimidazioni, garantisce la piena collaborazione agli inquirenti per scovare l’autore del gesto e ripete: “non mi intimidiscono”. La CGIL di Padova, di cui Roberto Franco è stato per decenni autorevole dirigente confederale, esprime solidarietà e sostegno all’azione politica e amministrativa (Il Corriere del Veneto del 29 gennaio 2023).
6.1. Cocaina nascosta a Padova nel sacchetto del cane. Arrestato spacciatore settantunenne.
Ingegnoso il nascondiglio della cocaina nel sacchetto usato per raccogliere gli escrementi del cane. Lo stratagemma non è bastato per bloccare il controllo della Polizia di Stato di Padova. Trovati nel sacchetto 25 grammi di cocaina pura divisa in dosi per la vendita. A casa altri 18 grammi divisi in dosi e un bilancino di precisione. Lo spacciatore di 71 anni, già noto per precedenti reati di spaccio, associato alle patrie galere (Il Corriere del Veneto del 7 gennaio 2022).
6.2. Arrestati gli “Hermanos” a Padova, pronti ad invadere di droga tutto il nordest.
Con l’operazione “Hermanos”, la Procura e la squadra mobile di Padova hanno disposto 18 misure cautelari (3 in carcere) e bloccata una rilevante attività di narcotraffico ben oltre i confini nazionali. Il giro d’affari di 10 milioni di euro, con contatti e piazze di spaccio in tutta Italia e agganci in centro America per farsi arrivare la droga via mare.
Uno dei punti d’ingresso della droga era il porto di Brindisi, individuato nell’estate 2021, e poi da lì la merce era smistata con trasporto su gomma. Il cuore dell’organizzazione, secondo gli inquirenti, era costituito da 2 cittadini italiani residenti rispettivamente ad Abano Terne (PD) e Tarvisio (UD). Farebbero parte, come sodali, della banda anche un cittadino albanese residente a Rubano (PD) e il titolare di un’azienda di Limena (PD), che rappresentava la sponda necessaria per il commercio, lo stoccaggio e la gestione dello spaccio di droga.
Oltre 100 chili di cocaina e marijuana distribuite secondo lo schema della “ragnatela”, che ha visto negli ultimi 2 anni perquisizioni a Padova, Udine, Rimini, Venezia, Trieste, Gorizia e Milano. La banda italo albanese che spadroneggiava a Nordest puntava ad espandersi in Spagna, nel ricco mercato di Ibiza.
Nella località spagnola, scontro con i “napoletani” culminato in un tentato omicidio (3 accusati per questo reato). Disposte 24 perquisizioni in varie città del Nord Italia. Traffico accertato di 109 chili di stupefacente (47 chili quelli sequestrati). I narcos arrestati sono comparsi il 12 gennaio 2023 davanti al GIP Maria Luisa Materia e si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Rintracciato un cittadino albanese a Milano, mentre 4 indagati sono risultati irreperibili (con tutta probabilità attualmente in Albania e Spagna), tra cui il cittadino napoletano accusato del tentativo di omicidio a Ibiza. L’interrogatorio di garanzia del 17 gennaio 2023 ha visto gli indagati avvalersi ancora una volta della facoltà di non rispondere davanti al GIP Maria Luisa Materia, ma si sono scusati delle loro azioni. Nei prossimi giorni diversi di loro chiederanno al PM Sergio Dini, titolare delle indagini, di essere interrogati per chiarire la propria posizione (L’Arena, Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino, Il Mattino di Padova, La Nuova di Venezia; La Tribuna di Treviso del 11 gennaio 2023; Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 13 gennaio 2023; Il Gazzettino e il Mattino di Padova del 16 e 18 gennaio 2023).
6.3. Arresto di spacciatore a Piazzale Roma Venezia.
L’uomo è stato bloccato in piazzale Roma dalla Guardia di Finanza di Venezia, e trovato in possesso di un ingente quantitativo di stupefacenti. Dopo essere stato fiutato dal cane Depp, e trovato in possesso di 30 grammi di marijuana, la successiva perquisizione domiciliare ha fatto trovare oltre 2 chili di droga tra marijuana e hashish, e 4.500 euro in contanti, con tutta probabilità provento di spaccio. Disposto il sequestro di droga e denaro, e l’arresto dal GIP Barbieri della procura veneziana (Il Gazzettino e la Nuova Venezia del 10 gennaio 2023).
6.4. Operazione Hope di Procura e Carabinieri di Venezia.
Droga, armi, esplosivo: in 8 agli arresti domiciliari, accusati di avere un ricco mercato dello spaccio tra Mestre e Miranese. Tutto ha preso il via dall’arresto nel 2019 a Noale (Hope in inglese) di Giuseppe Speranza, trovato in possesso di 1 chilo di cocaina. L’indagine ha poi seguito altri filoni nel 2020 e 2021, portando alle 8 ordinanze cautelari del 10 gennaio 2023. Trovati in casa di uno degli indagati documenti in bianco rubati, un arsenale di 4 fucili, 11 pistole, 2 panetti di esplosivo da oltre mezzo chilogrammo, e una mitraglietta con silenziatore. Recuperati 1,5 chili di cocaina, marijuana e hashish e disposto il sequestro di beni per oltre mezzo milione di euro. Il PM Petroni ha comunicato, il 10 gennaio 2023, di avere chiuso le indagini e chiesto il rinvio a giudizio per 19 persone residenti tra Padova e Venezia (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino, Il Mattino di Padova e La Nuova di Venezia del 11 gennaio 2023).
6.5. Due chili di eroina nelle bottiglie del latte a Padova. Arrestata cittadina nigeriana con le borse della spesa.
Oltre 2 chili di eroina erano in 182 ovuli, nascosti dentro le bottiglie del latte. Valore: 135.000 euro. La donna era salita su un taxi abusivo guidato da un connazionale, in stazione ferroviaria. La Polizia ha deciso di controllate il contenuto delle bottiglie di latte ed ha fatto la scoperta. Disposto l’arresto, non ritenendo credibile la sorpresa della donna sul contenuto delle bottiglie (Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 16 gennaio 2023).
6.6. Trolley pieno di hashish di cittadino veronese a Monza.
Il giovane veronese è stato scoperto dai Carabinieri di Monza con 22 chili di hashish, già accuratamente divisi in ovuli, del valore commerciale di 80.000 euro, contenuti in un trolley nascosto nel giardino della vicina di casa. Le perquisizioni domiciliari precedenti, decise a causa del viavai sospetto, non avevano dato esito, sino al rinvenimento di questa borsa nella proprietà vicina. Disposta la denuncia e l’affidamento ai servizi sociali (L’Arena del 13 gennaio 2023).
6.7. Trovato un chilo e mezzo di cocaina a Zelarino (VE), nascosto nel garage di casa.
Disposto l’arresto per il giovane cittadino albanese residente a Zelarino, trovato con oltre un chilo e mezzo di cocaina tra abitazione e garage. Il GIP Antonio Liguori, del Tribunale di Venezia, ha convalidato l'arreso il 16 gennaio 2023 (Il Gazzettino del 17 gennaio 2023).
6.8. Serra di marijuana in casa, arrestato giovane veronese a Ponti sul Mincio (MN).
I Carabinieri mantovani hanno scoperto, nel corso di una perquisizione per l’effrazione in una casa, una serra di marijuana. La serra era gestita da un giovane residente a Verona. Sequestrati 2 chili di marijuana già essiccata destinata all’attività di spaccio. Il giovane arrestato e tradotto nella casa circondariale di Mantova a disposizione dell’autorità giudiziaria (L’Arena del 20 gennaio 2023).
6.9. Commesso spaccia in negozio tra Arzignano e Montecchio Maggiore (VI), a casa nasconde chili di droga.
I Carabinieri di Montecchio Maggiore hanno arrestato un commesso dell’Oviesse che spacciava in negozio. La segnalazione su alcuni particolari clienti che entravano per pochi minuti e, senza comperare apparentemente nulla, si recavano direttamente alla cassa gestita da Antonio Verlato, è risultata fruttuosa.
Perquisito in negozio, aveva con sé oltre 3.000 euro in contanti, provento delle cessioni di droga, e 15 grammi di cocaina suddivisa in piccole dosi. La successiva perquisizione in casa ha fatto scoprire 150 grammi di cocaina, oltre 2 chili di marijuana e un etto di hashish. Trovati poi in garage numerosi sacchi vuoti con tracce inequivocabili di marijuana. Disposto l’arresto del commesso e la messa a disposizione dell’autorità giudiziaria (Il Giornale di Vicenza del 23 gennaio 2023).
6.10. Il Finanziere con la cocaina patteggia 3 anni e 8 mesi di carcere a Padova.
Il brigadiere della Guardia di Finanza, Massimo Zuin, che si era impossessato di un panetto di 2 chili di cocaina (nascosta in caserma in via San Fidenzio), parte di una partita di 10 chili di cocaina sequestrata che andava distrutta, ha patteggiato in Tribunale a Padova la pena di 3 anni e 8 mesi di carcere e una pena pecuniaria di 14.000 euro (Il gazzettino del 25 gennaio 2023).
6.11. Blitz delle Fiamme Gialle a Mira (VE) su giovane cittadino albanese, trovato in possesso di 1 chilo di droga.
Il cittadino albanese è stato fermato in auto per un controllo. La perquisizione del mezzo ha permesso di trovare 3 etti di cocaina nascosta dietro il sedile del conducente. Disposta la perquisizione domiciliare, sono stati rinvenuti altra cocaina e 6 etti di marijuana, 1.500 euro in contanti, provento dell’attività di spaccio, oltre a bilancini e materiale da utilizzare per il confezionamento delle dosi. Disposto l’arresto del soggetto e la messa a disposizione dell’autorità giudiziaria (Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 31 gennaio 2023).
6.12. Spaccio di eroina tra Mestre, il Veneto orientale e il pordenonese, in Tribunale condanne per 21 anni di carcere.
I sette pusher africani erano accusati di aver portato nel portogruarese lo stupefacente (eroina gialla) acquistato a Mestre. Lo smercio avveniva davanti all’oratorio e alle scuole della provincia. Il giro fruttava grandi guadagni, visti i 36.000 euro in contanti sequestrati. Il GIP di Pordenone, Monica Biasutti, tra patteggiamenti e riti abbreviati, ha disposto 21 anni di carcere. Disposta un’assoluzione. Si tratta del primo di 3 filoni di indagini dei Carabinieri sulla droga nelle scuole (Il Gazzettino del 31 gennaio 2023).
7.1. Crac Compiano, confermata la condanna in Tribunale a Treviso in secondo grado.
In appello, il Tribunale di Treviso, il 12 gennaio 2023, ha condannato Luigi Compiano, il patron della NES Spa, a 6 anni e 2 mesi, confermando i reati di bancarotta fraudolenta. Prescritti due reati fiscali per il crac del 2013. Ridotta di 4 mesi la condanna. Respinte le tesi della difesa sul disturbo ossessivo compulsivo di Compiano.
La distrazione di beni per il collezionismo di lusso di 450 auto, 88 barche e 1.000 tra moto e biciclette d’epoca, ha causato un buco di 36 MLN di euro. Maxi sconto sulla confisca, che passa da 3 MLN a 250.000 euro. La difesa annuncia il ricorso in Cassazione (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 13 gennaio 2023).
7.2. Condannato per usura il “re della movida” polesana Rubens Pizzo.
Il Tribunale di Rovigo ha condannato in primo grado Rubens Pizzo, gestore del Corsopolitan di Rovigo, a 2 anni e 4 mesi per usura. La condanna riguarda il prestito di 60.000 euro, con un tasso usurario del 200% all’anno, a un’imprenditrice polesana di origine cinese del settore abbigliamento. Pizzo fu arrestato il 16 marzo 2019 dai Carabinieri di Rovigo per l’usura avviata a giugno 2018 e terminata con l’arresto.
Due anni fa, in udienza preliminare con rito abbreviato, Pizzo era stato condannato a 2 anni e 8 mesi per corruzione, per il tentativo riuscito, secondo gli inquirenti, di mettere a proprio servizio l’appuntato scelto della Guardia di Finanza di Rovigo, Giuseppe Ritrovato. Ritrovato era stato condannato dal Tribunale di Rovigo, nel 2022, a 4 anni e 6 mesi di reclusione per corruzione e rivelazione d’atti di ufficio (Il Corriere del Veneto del 20 gennaio 2023).
7.3. Benetton spa continua la causa con il fisco.
La sentenza della Corte di Cassazione di metà gennaio 2023, dopo 19 anni, riapre la vicenda del lungo contenzioso con l’Agenzia delle Entrate, legata a presunte irregolarità fiscali praticate attraverso la deduzione di 47,6 MLN di euro, giustificati come costi per provvigioni versate a società con sede nell’isola di Man, luogo classificato a “fiscalità agevolata”. L’agenzia delle entrate ritiene si tratti di provvigioni a società “vuote” per eludere le tasse. La società è convinta di poter dimostrare la correttezza del proprio operato sulla deducibilità dei costi per servizi commerciali in più paesi europei (La Tribuna di Treviso e il Corriere del Veneto del 21 gennaio 2023).
7.4. Crac Enerambiente verso il processo a Venezia.
Si apre in Tribunale a Venezia, il 16 gennaio 2023, il processo per la bancarotta Enerambiente da 106 MLN di euro. Per il crac, a processo tutti i vertici dell’azienda, il collegio sindacale, i consulenti finanziari e i vertici della Banca Annia. 6 imputati hanno chiesto di poter patteggiare la pena, e di beneficiare delle attenuanti per le dichiarazioni rese al PM Roberto Terzo durante il procedimento, per la società fallita nel 2017.
Come è noto, Enerambiente aveva vinto l’appalto per la gestione dei rifiuti di Napoli. Il lungo contenzioso sulla competenza territoriale per il processo aveva impegnato la Cassazione, che dopo un lungo periodo aveva assegnato la competenza a Venezia. Il PM Terzo ha chiuso le indagini e chiesto il rinvio a giudizio per 11 imputati, con l’accusa di bancarotta fraudolenta, distrazione e occultamento dei beni.
A detta della Procura, sarebbero spariti, grazie a false fatturazioni, 5,7 MLN di euro. I soldi sottratti alla società sarebbero stati utilizzati, secondo la Procura, per fini personali e privati da Stefano Gavioli e sorella. Banca Annia si è costituita parte civile contro Stefano Gavioli e altri 7 imputati, per il danno patito di 15 MLN di euro. Il GIP Maria Rosa Barbieri si è riservata la decisione sul rinvio a giudizio degli 11 imputati e sul patteggiamento dei 6 indagati minori. L’udienza proseguirà il 27 febbraio 2023 e il 20 marzo 2023, con le arringhe degli avvocati difensori. Quindi, la decisione del GIP (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino, La Nuova di Venezia del 17 gennaio 2023).
7.5. Family-banker a processo per truffa a Treviso.
Un ex family-banker della Mediolanum a processo per truffa di 5 MLN di euro. Una grossa impresa di Spresiano (TV) aveva affidato tale somma al soggetto per la gestione del patrimonio, con il vincolo di conservare il capitale tramite buoni investimenti. Il soggetto, contravvenendo ai desideri degli investitori, ha invece impiegato la somma nelle cosiddette polizze 'united linked', prodotto finanziario speculativo ad alto rischio.
Per coprire le perdite, e intascare 70.000 euro di provigioni, il soggetto ha presentato ai clienti documentazione falsa. Da qui la causa discussa in Tribunale a Treviso il 12 gennaio 2023, davanti al giudice Alice Dal Molin. Gli imprenditori sono stati totalmente risarciti da Mediolanum, che a sua volta si è costituita parte civile contro il proprio collaboratore, chiedendo la restituzione sia del danno sia della provvigione. Il processo è stato aggiornato al 3 aprile 2023 (La Tribuna di Treviso del 13 gennaio 2023).
7.6. Operazione della Guardia di Finanza a Padova: 11 arresti.
Una vita di lusso, evadendo l’IVA, sarebbe stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Bolzano. Compravano materiale di cancelleria e toner per le stampanti, soprattutto in Slovacchia e Repubblica Ceca, e attraverso una trentina di società immettevano nel mercato italiano questi prodotti a prezzi concorrenziali, perché non pagavano l’IVA.
L’ordinanza redatta dal GIP patavino Domenica Gambardella di quasi 300 pagine tratteggia una rete diffusa in tutta Europa. La presunta frode, avviata su vasta scala nel 2016, era esplosa nel 2020 e 2021 grazie alle vendite on line a causa della pandemia. I proventi illeciti investiti in ville, auto di lusso (anche Ferrari), attività turistiche, ristoranti e l’acquisto di criptovalute.
Le 18 misure cautelari, disposte dal GIP di Padova su richiesta del PM della Procura europea dell’ufficio di Venezia, Donata Costa, sono scattate il 26 gennaio 2023: arresti e perquisizioni a Padova, Rovigo, Venezia, Vicenza, Lecco, Bologna, Milano e Roma. L’attività di investigazione, durata 2 anni, ha scoperto una frode al fisco per 58 MLN di euro, che sarebbe stata messa in piedi da 2 imprenditori padovani: Francois e Mattia Borgato (padre e figlio), originari di Polverara (PD) ma residenti a Lendinara (RO), tramite una complessa rete di prestanome e società cassaforte.
Disposti gli arresti in carcere per i 2 Borgato e il loro agente in Polonia; 8 indagati ai domiciliari, 3 con l’obbligo di dimora e per 4 l'interdizione a dirigere imprese. Per 19 persone e 20 società eseguiti sequestri per raggiungere la cifra di 58 MLN di euro. Fatte 30 perquisizioni mirate tra Veneto, Emilia, Lombardia e Lazio. L’IVA evasa è stata quantificata in 26 MLN di euro, per un giro d’affari superiore a 100 MLN di euro. Per la frode carosello alla UE, calendarizzati gli interrogatori di garanzia degli indagati dal 28 gennaio 2023 (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino, Il Mattino di Padova, La Nuova di Venezia, La Tribuna di Treviso e Il Giornale di Vicenza del 27 gennaio 2023; Il Corriere del Veneto del 28 gennaio 2023).
7.7. Criptovalute della New Financial Technology (NFT) di Silea (TV), disposti i sequestri conservativi sui beni degli indagati.
L’inchiesta per la truffa colossale delle criptovalute, che sarebbe stata ideata da Mauro Rizzato e sodali, impegna mezza Europa alla ricerca dei soldi sottratti a 6.000 clienti per un valore superiore a 100 milioni di euro. Nel frattempo, Procura di Treviso, e Guardia di Finanza, stringono il cerchio sulle proprietà acquistate con i soldi del presunto schema Ponzi. L’intento è quello di dare il via ai sequestri conservativi sui beni degli indagati, per ripagare almeno in parte gli investitori truffati.
Il dato che colpisce è ancora, a distanza di mesi dallo scoppio della truffa, il numero assai limitato di denunce. Si sospetta che gli investitori temano accertamenti sulla provenienza delle somme investite; o che ci sia il tentativo di recupero per vie personali. Altri, probabilmente, danno semplicemente per persi i soldi. La Consob, intanto, scheda tutti i broker ai fini di un controllo sul modo di operare degli intermediari non autorizzati. Dalle denunce presentate compaiono contratti proposti già dai primi incontri di “formazione”. Questi soggetti rischiano ora condanne pesanti sino a 8 anni di carcere e ammende tra i 4.000 e i 14.000 euro (Il Gazzettino del 23 gennaio 2023; La Tribuna del 26 e 27 gennaio 2023).
7.8. Azienda edile di Piazzola sul Brenta (PD) truccava i bilanci per incassare i fondi COVID.
I due soggetti avevano acquistato un’impresa edile non più operativa, ne avevano falsificato i bilanci per introitare più soldi possibili dal Fondo Covid a sostegno delle piccole e medie imprese. Questa la tesi degli inquirenti. Bilanci, progetti, e investimenti contraffatti avrebbero permesso di ottenere 2,5 milioni di euro. I soldi guadagnati illecitamente spesi in shopping e SUV di lusso. La Procura di Padova ha ottenuto il sequestro preventivo del denaro depositato nei conti dei due amministratori, uno del posto e un bassanese, e di suv e auto di lusso (Il Gazzettino, Il Giornale di Vicenza e Il Mattino di Padova del 24 gennaio 2023).
7.9. Nuovo processo per Fabio Gaiatto, il noto broker di Portogruaro (VE).
Nuovo procedimento per Fabio Gaiatto in Tribunale a Pordenone (competenza territoriale) a cura del procuratore Raffaele Tito e del PM Monica Carraturo. Sono spuntati, a distanza di tempo, nuovi investitori truffati. L’udienza del 26 gennaio 2023 ha visto la riunificazione di 3 filoni di indagine per truffe legate allo schema Ponzi, che sarebbe stato ideato da Gaiatto.
Nel primo, 120 le parti offese, cui si sono aggiunte altre 115 posizioni, per una truffa aggravata di poco inferiore agli 8 milioni di euro. Il secondo e terzo procedimento, ora unificati al primo, riguarda il reato di truffa semplice ai danni di investitori. Sono reati su cui incombe la prescrizione anche in caso di condanna. Per Gaiatto non cambia nulla, avendo già subito il massimo di condanna penale per la arcinota maxi truffa. Diversa la situazione invece per gli altri coimputati del processo principale. Disposto il rinvio dell’udienza per dare modo alle parti di unificare gli atti accusa e difesa (Il Corriere del Veneto e La Nuova di Venezia del 27 gennaio 2023).
7.10. Fatture false per evadere l’IVA, coinvolte 4 società edili, confiscato 1 milione di euro a Treviso.
L’operazione della Guardia di Finanza di Treviso ha scoperto il giro di fatture false per operazioni inesistenti che coinvolgeva 4 società edili (3 delle quali fungevano da società cartiera). Non avrebbero pagato tasse per 2,3 milioni di euro. La società operativa è attiva nel settore delle ristrutturazioni e si faceva restituire il pagamento. Il Tribunale di Treviso ha autorizzato alla Procura il sequestro per un milione di euro (La Tribuna di Treviso del 28 gennaio 2023).
7.11. Crediti IVA fasulli, la Guardia di Finanza di Varese ha denunciato 65 persone, tra cui un vicentino.
Sono stati sequestrati beni e soldi per 52 milioni di euro (640 conti correnti, 62 appartamenti, 25 auto) in tutta Italia, a partire da Napoli, ritenuto il centro del traffico illecito. Procura e Tribunale di Napoli hanno condotto l’operazione su vasta scala nazionale. Tra i 65 indagati entra un vicentino, Manuel Cuman di Sandrigo, legale rappresentante della “Venezia net srl”, per aver fruito di un falso credito da 54.000 euro nel 2017 (Il Giornale di Vicenza del 31 gennaio 2023).
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