Auto, sempre più plastica riciclata a bordo

2023-03-23 15:15:54 By : Ms. Arya zhang

Quello della plastica da recuperare pare essersi trasformato in breve tempo da problema a concreto business. Lo è senz'altro per il mondo dell'auto, spronato anche da leggi e norme che prevedono esse stesse un graduale aumento dell'uso di materiali riciclati e riciclabili sui nuovi veicoli.

Partendo da questa esigenza, è diventato quasi automatico per i costruttori auto legare il loro nome a campagne per la pulizia di oceani e ambienti naturali dai rifiuti in plastica, che oltre a fornire la materia prima danno anche un contributo all'immagine green dei prodotti. E con l'aumento della domanda, sembra che anche le possibilità di recuperare rifiuti prima difficili da smaltire stiano aumentando.

La progressiva eliminazione di prodotti a base animale dalle produzioni di alcuni modelli, non si basa soltanto su una scelta "etica" ma ha soprattutto benefici pratici: ad esempio la pelle naturale, che è comunque un sottoprodotto dell'industria alimentare, è stata eliminata già da diversi costruttori che utilizzano tessuti sintetici totalmente riciclati.

Volkswagen, ad esempio, proprio quest'anno ha esteso all'intera famiglia delle elettriche I.D. i rivestimenti in tessuto Seaqual, ricavato da materiali recuperati in mare e pet riciclato da bottiglie di plastica, e un processo che secondo la Casa stessa genera nel suo processo produttivo oltre il 30% di emissioni in meno rispetto ai tessuti e ai rivestimenti tradizionali.

Discorso simile per altri marchi come Seat, Skoda e Dacia: il marchio del Gruppo Renault ha già annunciato che sulla prossima generazione di Duster intende portare la percentuale di plastica riciclata dall'attuale 12% addirittura al 20%, e che questo processo contribuirà a mantenere il ruolo e il posizionamento del marchio anche nel suo delicato equilibrio di costi. In parole povere, aiuterà anche a risparmiare sulle materie prime, oltre che sulle emissioni.

Anche Hyundai ha colto al volo l'occasione di legare la svotla industriale a quella etica: la Casa coreana partecipa già da qualche anno al programma Healthy Seas, che organizza spedizioni con sommozzatori volontari per liberare interi tratti di coste e fondali marini dalle vecchie reti da pesca abbandonate, facendone poi a sua volta materia prima per filati sintetici da utilizzare sui rivestimenti di alcuni modelli come le elettriche Ioniq.

Finora, il grosso del riciclo ha riguardato principalmente soltanto uno specifico tipo di plastica, il cosiddetto PET, un tipo di poliestere molto diffuso adatto all'uso alimentare e impiegato, appunto, per bottiglie e altri contenitori. Non tutti gli involucri però sono fatti di pet, e altri generi di contenitori, come i flaconi o alcuni tipi di imballaggi, sono invece composti da plastiche dalla diversa composizione che fino a oggi non era possibile recuperare.

Anche per questo, però, c'è una svolta: un articolo pubblicato recentemente su Innovation News Network cita ad esempio una serie di ricerche in corso per riuscire a recuperare anche le plastiche dalla composizione più complessa.

Per quelle a bassa qualità esistono processi chimici che estraggono biogas e trasformano il resto in materiale base per impeghi edilizi, come asfalto e fondi stradali, ma sono in corso ricerche anche per estrarre materiali riutilizzabili da plastiche che non sono compatibili con gli attuali processi di riciclaggio.

In particolare, l'università dello stato dell'Iowa sta sviluppando una tecnologia finanziata con un contributo triennale di 2,5 milioni di dollari dal Dipartimento dell'Energia degli Usa per un processo a base di plasma con cui scomporre e rendere recuperabili alcune materie plastiche. 

Questa tecnologia usa un campo elettrico per caricare gli elettroni e usarli come proiettili  per rompere i legami chimici tra le materie di base, di qui, successivi processi a base biologica, che trasforma pellicole di plastica monouso come sacchetti, imballaggi e contenitori per alimenti in materiale plastico biodegradabile reimpiegabile industrialmente con un risparmio di costi ed emissioni di CO2.

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